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ANGELO FERRILLO

Angelo Ferrillo nasce a Napoli nel ‘74 dove intraprende gli studi di Ingegneria e si avvicina alla fotografia, formandosi da autodidatta, fino ad approdare al mondo del professionismo. Attualmente si occupa di fotogiornalismo e di fotografia corporate, è photoeditor e docente di fotografia presso lo IED, OFFICINE FOTOGRAFICHE, CREATIVE CAMPUS e FOWA University.

Chiude il piano di studi con un Master in Fotogiornalismo (con il quale gli viene conferita una borsa di studio per merito), un Master in Photoediting e Ricerca Iconografica ed un Master in curatela fotografica (ambito espositivo) prosegue la strada della fotografia come fotogiornalista producendo per Agenzie, oltre a commissionati per l’editoria e progetti personali di fotografia autoriale.

Realizza lavori istituzionali (ad esempio) per il Comune di Milano (Ente Turismo e Archivio Storico), Provincia di Milano (Parco Agricolo Sud Milano) e Ente del Turismo Fiandre, oltre a realizzare lavori corporale per clienti internazionali come Timberland, Eastpak, Vans, Le Coq Sportif, Diesel, Gucci, Moleskine ed altri.

Espone i propri lavori al Milano Photo Festival, al Festival della Fotografia Etica di Lodi, e nel circuito galleristi nazionale.

Collabora attivamente con editori nazionali ed internazionali e con brand leader mondiali dell’urban style progettando e sviluppando immagini di social adv e brand communication. Membro del Direttivo AFIP International e HASSELBLAD Ambassador. Oggi Direttore Creativo della FOWA UNIVERSITY.


SIMONE ARRIGONI

Simone Arrigoni (Roma, 1973) è pianista classico, pluriprimatista mondiale di apnea (21 Record Mondiali), e fotografo (FIOF Italian Photography Ambassador in China 2017, and Underwater Photography Festival Ambassador) con oltre 100 premi nei più prestigiosi Concorsi Fotografici Internazionali, pubblicazioni ed esibizioni in tutto il mondo (Cina, Crimea, Giappone, Grecia, Inghilterra, Italia, Scozia, Singapore, USA).

Il progetto INVƎARTH propone piu serie fotografiche che hanno come protagonista assoluta la Natura: diversi soggetti appartenenti alla flora, alla fauna o ad uno dei “quattro elementi” (acqua, terra, fuoco e aria), in quanto simboli esemplari del pianeta Terra, sono stati di volta in volta scelti, ripresi con particolarita o punti di vista variabili, sviluppati in bianco e nero, infine virati in negativo. L’assenza di colore rappresenta la dicotomia intrinseca al nostro mondo, in cui una danza incessante tra giorno e notte, luce e ombra, yin e yang sembra da sempre scandirne il tempo ‒ l’inesorabile promotore dell’evoluzione. Quest’ultima, in quanto principio primordiale che governa la vita sulla Terra, è simboleggiata dall’inversione in negativo degli scatti: un’elaborazione grafica a memoria delle pellicole che hanno a lungo costituito l’essenza della fotografia prima di essere quasi del tutto soppiantate dal digitale.

“Toxic”, la seconda serie del progetto INVƎARTH, si concentra sul possibile primo antenato di tutta la vita animale sul nostro pianeta: la medusa, un’affascinante trappola pulsante che fluttua nei mari da oltre 500 milioni di anni, come un vessillo immortale della biodiversità. La sua bellezza fatale è qui rappresentata da due specie del genere Chrysaora, con i suoi disegni geometrici che adornano l’esombrella, braccia merlettate e lunghi tentacoli che nascondono una miriade di nematocisti pronte a pungere.


GIORGIO GALIMBERTI

Giorgio Galimberti nasce a Como il 20 marzo 1980. Da sempre appassionato di Fotografia, complice anche un clima familiare aperto all’arte e alla creatività, fin da piccolo comincia ad avvicinarsi al mezzo fotografico attraverso le Polaroid. Attraverso i primi tentativi di manipolazione e alterazione dell’immagine, Georgio esplora approfonditamente la dimensione giocosa del supporto.Durante l’adolescenza, la passione non viene mai meno e, attraverso la frequentazione di numerose mostre ed esposizioni, unitamente ad un’intensa attività pratica in camera oscura, Georgio si costruisce un personalissimo background fotografico, basato principalmente sulle tecniche di sperimentazione dei grandi maestri che hanno fatto la storia della fotografia .
Dopo un periodo di momentaneo distacco durato qualche anno, Galimberti si riavvicina al mondo della fotografia avvicinandosi alle soluzioni digitali ma senza mai abbandonare del tutto la fotografia analogica . Attraverso la sperimentazione del bianco e nero perfeziona i suoi gusti e, memore della lezione dei grandi maestri della fotografia , si avvicina ad una visione del mondo incentrata prevalentemente sugli effetti della luce sui corpi e sui paesaggi urbani , riprendendo alcuni elementi tipici della street photography e rielaborandoli in funzione di un linguaggio fotografico moderno e narrativo che unisce agli scorci di vita quotidiana le visioni sospese dell’architettura urbana con uno stile fortemente personale e riconoscibile . Numerose le sue partecipazioni a mostre personali e collaborazioni con importanti gallerie d’ arte Italiane e Internazionali che gli hanno permesso di entrare nella fotografia autoriale . Si dedica alla didattica tenendo work shop e seminari sulla fotografia autoriale.


HERMES MEREGHETTI

Nasce nel 1992 a Cuggiono, in provincia di Milano.
Frequenta il liceo scientifico per poi iscriversi alla facoltà di lettere moderne all’Università degli Studi di Milano, che abbandonerà dopo qualche tempo per dedicarsi completamente alla fotografia.
Nonostante il suo modo di vedere sia legato alle immagini di reportage sociale, lo sguardo si concentra all’essenzialità della fotografia di still life e alla ricerca del ritratto in bianco e nero.
Negli anni sviluppa progetti all’interno delle carceri milanesi concentrandosi prevalentemente sulla psicologia dell’individuo. Approccio che utilizzerà nelle successive ricerche personali anche nel mondo dell’handicap e dell’immigrazione.
Nel contemplare la profondità visiva rivolta al ritratto in studio, realizza numerose opere volte alle collezioni Fine Art esposte in numerose mostre, in Italia e all’estero.
Recentemente si è dedicato alla documentazione sociale di un piccolo borgo in provincia di Milano, da cui è nata una pubblicazione dal titolo “Volti di Cuggiono” edito da Comunicare.
E’ autore del libro “100 e Uno Volti della Fotografia Italiana” edito da Punto Marte in collaborazione con l’Archivio Fotografico Italiano (2016).
Attualmente organizza workshop e seminari sulla psicologia del ritratto in tutta Italia.

Vive e lavora in provincia di Milano.


RICCARDO BONONI

Laureato in due distinte branche delle scienze sociali (psicologia e antropologia), dal 2010 è ricercatore e docente di Antropologia Visuale presso Irfoss di Padova, dal 2015 entra a far parte dell’agenzia fotografica Prospekt Photographers. Dal 2018 insegna presso il Master in Death Studies dell’Università degli Studi di Padova e dal 2019 direttore è artistico di IMP Festival – International Month of Photojournalism.  
La scelta di associare la fotografia alla sua attività di ricerca sul campo lo ha portato a lavorare in Africa, Sud America, Sud Est asiatico, India, Europa e Stati Uniti. Dal 2006 ha cominciato a lavorare come antropologo in Madagascar, dove sta ancora portando avanti un progetto a lungo termine su importanti tematiche sociali, raccolto nel libro di recente pubblicazione “Une belle vie, une belle mort”.
Le sue immagini sono state pubblicate su numerose testate nazionali ed internazionali ed esposte a Londra, Parigi, Berlino, Lodi, Pechino, Bologna, Ascoli, Bucarest, Roma. Il suo lavoro sulla lucha librefemminile in Bolivia gli è valso il primo premio ed il titolo di “Miglior Fotografo dell’Anno” (categoria Professional, sport) ai World Photography Awards 2015, il suo lavoro in Madagascar è stato recentemente premiato con il “Premio Fotografia Etica” per l’impegno dimostrato sul campo al Festival Della Fotografia Etica di Lodi.
Nella sua visione, la fotografia documentaria è la base per un linguaggio universale, un ponte tra popoli e luoghi diversi capace di superare i confini invisibili tra culture.


JOE OPPEDISANO

Nato a Gioiosa Ionica (RC) nel 1954, a otto anni si trasferisce a New York con la famiglia.
Giovanissimo comincia a dedicarsi alla fotografia; nel 1971 si scrive al Queens College di New York e nel 1973 frequenta un corso di fotografia presso la stessa Università.
Nello stesso anno frequenta la School of Visual Arts di New York; contemporaneamente approfondisce la sua esperienza professionale lavorando come assistente per alcuni noti fotografi pubblicitari.

Nel 1976 avvia la sua carriera di free-lance; per l’Alitalia di New York compie un reportage di promozione turistica in Toscana e, nello stesso anno, svolge un sopralluogo in Friuli, dove realizza una seria fotografica sulle zone terremotate e sui senza tetto, lavoro pubblicato sul quotidiano americano Philadelphia Herald.

Nel 1979 è invitato dall’International Center of Photography di New York a “Venezia ’79 la fotografia”, dove è assistente di vari gruppi internazionale di lavoro.
Nel 1982 torna in Italia e si stabilisce a Milano: qui, oltre a svolgere reportage culturali per la rivista americana “Attenzione” in qualità di inviato, collabora con diversi agenzie e case editrici -Rizzoli, Mondadori-, realizzando servizi per riviste e numerose campagne pubblicitarie: tra queste per Adidas, Yomo, Pionier, Hitachi, Panasonic, Grundig, KodaK, Apple, Fiat, Alfa Romeo, Campari , R.A.S. American Express.

Parallelamente al lavoro commerciale svolge un’autonoma e continua sperimentazione sull’immagine, che lo spinge a indagare generi diversi, come il ritratto, il paesaggio, il nudo e ad approfondire anche aspetti tecnico- strumentali del mezzo fotografico.
Nasce così un linguaggio originale basato su un prolungamento del tempo reale di visione dell’immagine; una tecnica ottenuta da Oppedisano grazie a modifiche da lui studiate e messe in opera sulla sua macchina fotografica (per le sue caratteristiche unica al mondo) in grado di ottenere una fusione tra un fotogramma e un altro.

I risultati di tale incessante ricerca sono stati pubblicati su numerose riviste specializzate, e esposti a numerose mostre in Italia e all’estero.


GIUSEPPE SAVINO

Nato a Bari il 22 marzo 1973, Giuseppe Savino, dopo gli studi giovanili, è stato subito attratto dalla fotografia, affiancando il padre Mimì nell’attività di fotografo professionista. Infatti, sin da subito scatta in lui l’interesse per il bello, che appunto coltiva e matura seguendo proprio il padre, il quale gli farà venir voglia di guardare la realtà attraverso l’obiettivo. L’incontro con Ruggiero Di Benedetto, presidente del FIOF, gli permetterà di iscriversi a tale associazione di categoria, la quale gli consentirà di iniziare a girare il mondo. Ha fatto numerosi viaggi nel mondo con lo scopo di raccontare storie quotidiane di persone lontane dalla loro terra attraverso le immagini. Grazie a questi progetti ha partecipato e ottenuto nella sezione Reportage la qualifica Qip oltre a numerosi premi e menzioni d’onore. La sua fotografia è in continua evoluzione. Attualmente ricopre la carica di Presidente della regione Puglia Fiof (Fondo Internazionale per la Fotografia Video e Comunicazione).


GIANPIERO DI MOLFETTA


POPLASTIC


GRAZIANO PEROTTI